lunedì 5 ottobre 2009

Bruce Mclaren




Non tutti sanno che la Mclaren,oggi una delle squadre più forti presenti in formula 1 e una di quelle dal passato più glorioso,nacque negli anni sessanta dal genio di un pilota-costruttore neo zelandese:Bruce Mclaren.Quando Bruce decise di dar vita ad una scuderia propria aveva appena ventinove anni,anche se correva in formula 1 già da sette stagioni.Aveva infatti debuttato nel 1958 ad appena ventidue anni,vincendo già l'anno dopo la sua prima gara.Per molti anni queste prestazioni gli valsero il record come pilota più giovane ad averle ottenute.Forse Bruce Mclaren non fu mai un vero asso del volante ai livelli di Clark,Brabham o Graham Hill,i suoi contemporanei di maggior successo,ma fu comunque un pilota di livello assoluto,veloce,pulito e rispettoso della meccanica,tanto che la costanza dei risultati fu il suo pregio più rilevante.Corse con la Cooper fino al '65,finendo secondo nel mondiale del 1960 e terzo in quello di due anni dopo. Poi,sulla scia di quanto fatto da Brabham,decise di creare una squadra che portasse il suo nome, cosa peraltro piuttosto comune a quei tempi(lo stesso fecero,ad esempio,Surtees,Ligier e Graham Hill).Le sue vetture,rigorosamente dipinte di arancione,il colore ufficiale della Nuova Zelanda,ottennero il primo successo(in verità piuttosto fortunoso) a Spa nel 1968,proprio con Bruce al volante,e tra il '68 ed il '69 altri tre successi arrivarono da Denny Hulme,mentre,sempre nel '69,Bruce fu terzo nel mondiale.Ben maggiori furono le soddisfazioni nelle altre categorie; come pilota Bruce ottenne il suo successo principale vincendo a Le Mans nel '66 in coppia con Amon,mentre come costruttore dominò per anni la categoria,allora molto in voga,della Can-am.
Il 1970 si aprì piuttosto bene col secondo posto al grand prix di Spagna,ma il 2 Giugno di quell'anno un'incidente a Goodwood,mentre provava la Can-am e causato dal distacco dell'alettone,mise fine tragicamente alla carriera e alla giovane vita di Bruce Mclaren.Aveva solo 33 anni.Non seppe mai che pur non avendo raggiunto in vita i successi del suo collega pilota-costruttore Brabham,la sua scuderia era destinata ad avere un futuro ben più fulgido di quello dell'amico rivale.

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